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LA
SCRITTURA
La scrittura
costituisce una traccia grafica sul foglio dei movimenti della mano e
del braccio, le cui caratteristiche sono in relazione con la struttura
neuropsichica del soggetto. In altri termini, la scrittura è una
proiezione grafica della nostra personalità alla stregua di un qualsiasi
altro comportamento umano. Dobbiamo, tuttavia, considerare che altri
comportamenti possono darci delle difficoltà per l’analisi, mentre il
comportamento scrittorio è privilegiato per due ordini di motivi: 1)
perché è costituito da movimenti fini, cioè molto modulati da
numerosissimi neuroni e 2) perché è stato studiato dal punto di vista
sia teorico che della verifica sperimentale.
Quanto al punto 1), ricordo che
nell’homunculus, che è quella zona della corteccia cerebrale in cui sono
i neuroni preposti a tutti i nostri movimenti, sussistono numerosissime
cellule nervose atte a dirigere i movimenti della laringe e della mano,
e ciò a causa proprio della complessità dei movimenti stessi cui sono
preposti. I movimenti relativi alla deambulazione ad esempio sono molto
meno fini e di conseguenza meno adeguati ai fini diagnostici.
Relativamente al punto 2), osservo che, per analizzare un comportamento
esaustivamente, è opportuno procedere alla registrazione del medesimo.
La scrittura è già la registrazione del comportamento scrittorio e lo
studio della medesima non comporta tecnicamente alcuna difficoltà (è
sufficiente una lente millimetrata). Quanto ad altri movimenti invece
quali ad esempio la deambulazione o la mimica facciale, la registrazione
dei medesimi non può che essere filmata ed il relativo studio a scopo
diagnostico non risulta sia uscito dallo stadio sperimentale. Pertanto,
la scrittura è un test proiettivo privilegiato per rivelarci la
situazione interiore dell’essere umano. Come altri tests proiettivi di
carattere grafico, quali ad esempio lo scarabocchio, il test
dell’albero, il test della famiglia o ancora il test della figura umana,
il test della scrittura permette l’individuazione di determinati
contenuti emotivi, che vengono proiettati nella traccia grafica. E solo
attraverso tali contenuti noi siamo in grado di derivare il patrimonio
intellettivo, la socializzazione e l’affettività dello scrivente,
caratteristiche queste che sono in diretta relazione con i contenuti
inconsci del soggetto e con i meccanismi di difesa realizzati, ma che
non rappresentano l’oggetto diretto dell’analisi della scrittura.
Quest’ultima infatti è un test proiettivo e, pertanto, direttamente ci
rivela soltanto la problematica emotiva dello scrivente che certamente
sovente, ma non sempre, corrisponde alle caratteristiche del
comportamento. Pertanto, per approfondire lo studio della scrittura
risulta necessaria la conoscenza delle leggi finora scoperte in campo
psicologico e psicoanalitico. Sarebbe pertanto più esatto parlare di
Psicoanalisi della Scrittura o Grafoanalisi rispetto al termine
Grafologia perché i primi due appaiono più pregnanti in quanto meglio
indicano come l’oggetto della ricerca dell’analista non sia soltanto il
comportamento dello scrivente quanto piuttosto la problematica
inconscia.
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